In questo articolo parlo di Curcuma dando rilievo a quella tradizionale che usiami in cucina e non solamente.

Di curcuma ci saranno sicuramente tante varietà, ma qui noi ne vedremo tre in particolare: la curcuma longa, la Curcuma xanthorrhiza e la Curcuma zeodaria.
La Curcuma in cucina
Curcuma tradizionale
Curcuma longa o zafferano delle indie (solo per il colore) è una pianta erbacea perenne asiatIca, molto usata come spezia nella cucina indiana e di altre aree asiatiche.
La radice è un grosso rizoma cilindrico, ramificato, di colore giallo o arancione, fortemente aromatico, ed è dà lì che si ottiene la polvere di curcuma. La polvere di curcuma è uno degli ingredienti del curry indiano a cui dà anche il colore giallo. Per il colore è anche un colorante alimentare.
Per insaporire insalate basta sbucciare la radice e grattugiarla sulla verdura. Potete fare la stessa cosa per dare sapore a yogurt, latte, salse e frullati di frutta. La radice essiccata e grattugiata si trasforma invece nella spezia in polvere.
Per quanto riguarda la salute: facilita la digestione, aiuta il senso di sazietà, favorisce il drenaggio dei liquidi ed è uno bruciagrassi naturale. La polvere di curcuma è anche un ottimo sostituto del sale.
Curcuma zoedaria
Curcuma zeodaria è originaria di India Bangladesh e Himalaya orientale. Talvolta impiegata in cucina come spezia, rientra nella composizione di alcuni liquori amaro-tonici.
Variante medica
Curcuma xanthrriza o zenzero di Giava (indonesia) è usata come pianta medicinale. Tradizionalmente utilizzata per una serie di malattie tra cui danni al fegato, ipertensione, diabete e cancro.